In concomitanza con la festa del patrono San Giorgio, è stato benedetto dal Parroco don Remo l’affresco raffigurante San Giorgio e il drago, posizionato sopra il portale della antica parrocchiale di Jerago.
L’opera del pittore G. Franco Battistella è stata offerta dal pittore e dalla associazione figli di Don Angelo. L’intervento di preparazione del pannello e di posizionamento è di Antonio Lo Fiego. Gli studi storici e filologici sono di Anselmo Carabelli.
La vecchia chiesa di San Giorgio presenta nella sua parte frontale, sopra il portale oggi chiuso da una vetrata, una nicchia che fu affrescata nel corso dell’ultimo ampliamento verso il 1881 dal pittore Luigi Tagliaferri di Pagnona (Valsassina), con la classica iconografia del nostro patrono, rappresentata da un ufficiale romano a cavallo, nell’atto di uccidere un minaccioso drago, servendosi di lancia. Tale affresco si ammalorò nel corso degli anni, fino a perdere qualsiasi leggibilità, anche in conseguenza del degrado cui fu consegnata la chiesa dopo la sua dismissione al culto, 16 luglio 1927.
Osservando con Battistella quel vuoto sopra il portale nasceva la curiosità di conoscere il soggetto svanito, e possibilmente farne una copia o riprodurlo filologicamente, così come già avvenuto per l’affresco della B.V. della Salette (via G. Bianchi) e Della B.V. del Pilatello (via Pilatello). Alcune foto d’epoca lo presentavano da un’ angolatura tale che, pur indicandone la presenza, non permetteva di apprezzarne il disegno . Don Remo accolse con entusiamo l’idea e ci spronò nella realizzazione. Abbiamo potuto rivedere un antico filmato sulla inaugurazione della chiesa nuova grazie all’aiuto del caro e indimenticabile Ulderico DeBortoli, che disponeva di una copia. Egli passò tutta la pellicola fotogramma per fotogramma ricostruendo dettagliatamente la festa dell’inaugurazione, ma non trovò inquadrature frontali della vecchia chiesa. Rimaneva la nostra memoria storica, l’altrettanto indimenticabile e caro Enrico Riganti. Nel suo racconto evidenziava come gli anziani ricordassero che l’autore fosse lo stesso che aveva operato nella Chiesa di Carnago ed il soggetto poteva essere simile allo stendardo, che si portava nelle processioni solenni; oppure al San Giorgio affrescato da Emilio Orsenigo nella chiesa nuova. Considerato che l’Orsenigo non avrebbe riproposto nel 1940 una copia, avendo imposto uno stile personale in tutti gli affreschi, e che lo stendardo sicuramente veniva da manifatture che producevano in serie tali soggetti, abbiamo preferito ricercare nella produzione di Luigi Tagliaferri. Documentandoci su di lui, lo conoscemmo quale prolifico affrescatore di chiese ambrosiane verso la fine dell’ottocento. Se Carnago non presentava affreschi di San Giorgio, a Cassina in Valsassina ne esisteva uno ed il nostro pittore Gianfranco Battistella ha potuto disporre di un sicuro riferimento alla sua opera. Riteniamo che quell’affresco possa essere il più fedele possibile all’originale perso, in ciò confortati dal fatto che normalmente i pittori molto attivi erano dotati di cartoni standard con i quali presentavano la loro produzione alla committenza. Cassina in Valsassina, poi, non è così vicina ad Jerago e nessuno avrebbe notato la somiglianza con lavori similari.
Nota sull’attualità del soggetto. Chiaramente il Motivo di San Giorgio che uccide il Drago è un evidente richiamo al patrono di Jerago ed alla nostra comunità parrocchiale. Un cristiano è sempre attento (Lancia in resta) a vincere le deviazioni eretiche e varie (drago) che serpeggiano nella cristianità e si presentano sempre, nel corso della storia, con modalità e forme diverse . Tutti i parroci sono qui rappresentati da Don Remo e dal predecessore don Angelo, effigiati ai lati mentre guardano il Santo. Essi sono i committenti di questa opera, così come avveniva nei quadri antichi; effigiati nell’atto di osservare il Santo in azione vogliono dirci come, in sintonia col proprio Vescovo, operino gagliardamente per difendere la comunità dalla continua e possibile deriva di comportamenti che, tollerati, porterebbero all’allontanamento dalla Nostra Santa Chiesa.
Nota sulla esecuzione. Il pannello dipinto e posizionato in sede presenta una faccia di materiale cementizio specifico opportunamente rasato e posata su materiale composito a base di alluminio alveolare compresso, secondo una tecnica ormai acquisita e riproposta da Antonio Lo Fiego. La leggerezza del materiale infatti consente la agevole collocazione finale dell’opera in sedi disagiate, unitamente alla esecuzione della pittura in laboratorio, senza pericolo di salita su ponteggi. I prodotti di supporto con indicazione di compatibilità con le componenti pittoriche sono forniti dalla più rinomata ditta milanese del settore restauri artistici.