Il ricordo di Don Angelo Cassani parroco di Jerago dal 1987 al 2006 in occasione del suo Dies natalis

Il consiglio Pastorale il giorno 22-9-2006, durante la S. Messa di ringraziamento per i  44 di sacerdozio di don Angelo Cassani, ha voluto ricordare con  la lettera, di seguito riportata,  il significato dei suoi anni trascorsi alla guida della nostra parrocchia di San Giorgio, concludendo che ad uno sterile elenco di prime pietre e di opere in muratura, preferiva rammentare il suo insegnamento:

“Presentandoti all’inizio della tua missione presso di noi, mentre ricordavi dal pulpito la tua passata esperienza, tra le altre cose, ci colpì il messaggio che ogni uomo vale per ciò che è, e non per quello che fa. E l’essere dell’uomo è tale perché riflette nel suo volto il volto di Cristo. L’espressione poteva sembrare difficile ed incomprensibile, forse di circostanza, se alle parole non fosse seguita una lezione di vita vissuta e solo faticosamente condivisa, che ci avrebbe portati ad apprezzare il grande peso di quel messaggio nel tentativo di viverlo.  Tutto ciò che avrebbe accompagnato il tuo agire ed il tuo insegnare sarebbe stato coerente con quella premessa. Sicuramente, come ci saremmo resi conto, quel modo di vivere, che nasce dal riconoscere la nobiltà del figlio di Dio in tutti gli uomini, con ciò che da esso consegue, non era cosa atta ad aprire vasti consensi, come tu stesso ti saresti accorto e molti ti avrebbero fatto rilevare, forse con rimprovero, anche allontanandosi. Ma come comportarsi altrimenti, quando si è fortemente animati da una immensa fede in Cristo come tu lo sei. Quando  sorretti dall’affetto della Mamma Celeste si vive in una società di profonde radici cristiane che apparentemente essa relega  ad una delle tante opzioni, quasi che l’insegnamento dei padri si fosse stemperato nel vasto mare delle necessità impellenti e del politicamente corretto? Ed ecco allora il costante richiamo nella tua predicazione: alla condivisione della vita coi propri figli; alla condivisione delle sofferenze dei malati; alla preparazione dei giovani che chiedono che Dio sia il faro e la costante benedizione alla loro vita matrimoniale, alla preparazione dei fanciulli nel catechismo.

Grande la tua attenzione verso gli educatori, i quali con difficoltà si provano di vivere coi ragazzi ciò che insegnano, oltre naturalmente ad insegnarlo. E’ bello partecipare alla domenicale Messa delle 10 e vedere i giovani, gli educatori e i loro ragazzi unirsi spontaneamente nella preghiera e nella frequenza all’ Eucarestia, in una comunità che mantiene fortemente il legame, tramite la Comunione dei Santi, da Te sempre ricordata, con tutti coloro che ci hanno preceduto nella gloria di Dio. Bello sapere che questi Santi sono le persone che abbiamo conosciute, cui abbiamo voluto bene, con  le quali abbiamo fatto un tratto di vita sulla terra e ci attendono un giorno nella gloria di Dio. E così abbiamo capito la tua insistenza nel voler difendere quelli che sono stati i luoghi santi della Benedizione di Dio sul nostro popolo, quali la chiesa vecchia di San Giorgio, ora restaurata ed il campanile medievale. Caro don Angelo consentici un grande ringraziamento verso un uomo  che, dopo aver seguita la sua vocazione sacerdotale, nata dal suo grande amore per Cristo e per la  Chiesa, è stato poi inviato dal Vescovo nella nostra comunità, per richiamarci costantemente la gioia di essere cristiani e l’impegno che ne consegue.  L’amicizia che nasce spontaneamente e umanamente non può che ricondursi alla premessa del Cristo nato e risorto, nella condivisione di valori autentici. Molte volte ci accorgiamo che tu ti fai triste, quando il nostro modo di affrontare i problemi e la vita, nonostante i tuoi  continui insegnamenti, risponde ancora alla logica dell’uomo vecchio. Ed allora il tuo parlare, ci pare difficile, a tratti incomprensibile, ma a ben vedere, non è la tua incapacità a farsi intendere, bensì la nostra mente, che vorrebbe sentire altre parole, più accattivanti e consone all’andazzo quotidiano. E allora tu saresti un buon politico e forse avresti tanti più amici, ma noi oggi non saremmo qui a festeggiare un Sacerdote, un Parroco, ma un uomo disposto a correre dietro a tutte le mode. La difficoltà di seguire non te, ma il tuo insegnamento in Cristo, ci fa allontanare anche. E’ allora che la tua sofferenza trova conforto nella preghiera e nella meditazione degli scritti dei padri della Chiesa  e genera costante ammirazione per quella dimensione della comunità di preghiera che ci fai intuire quando con trasporto ci parli di Vitorchiano. E’ così che ti rafforzi, ti rassereni e la casa rimane sempre aperta anche per l’amico che si è allontanato e ritorna e si stupisce di sentirsi ancora amato.

Queste sofferenza che tu riscopri in tutti gli ammalati e stai vivendo nella tua persona, ci hai insegnato essere per te costante richiamo di obbedienza alla volontà del Padre. Porti nel cuore anche tutte le altre persone malate e le aiuti a non ribellarsi alla loro condizione, esse si uniscono a te nella preghiera, perché avvertono il calore di una comunità che  prega a gran voce per loro e per te.  Vorresti che i genitori e gli educatori riuscissero a trasmettere questi valori e che ai giovani non mancassero insegnamenti autentici. Vorresti che la loro esuberante ricerca di attività, di suoni ,di libertà, non fosse, per mancanza di esempi, il solo modo di riempire la solitudine ed il vuoto di significato della loro vita. Di proposito non abbiamo voluto parlare delle tante cose fatte o da fare, che sono state molte e nell’oratorio della B.V. del Carmelo vedono la più recente e bella realizzazione.

Ad uno sterile elenco di prime pietre di mattoni, preferiamo pensare ai frammenti di amore e di fede cristiana che tu ampiamente e caparbiamente distribuisci nella nostra comunità di san Giorgio.

Un grande abbraccio.

 

I tuoi Parrocchiani e il Consiglio Parrocchiale

 

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Per infinita riconoscenza, sapendo di infrangere una sua naturale riservatezza, ci incombe  l’obbligo della elencazione delle numerose  opere  volute e realizzate da Don Angelo, che rimarranno a testimonianza del suo grande amore per la nostra parrocchia.

 

In primis, ricordiamo i restauri  della sua amata chiesa parrocchiale, per la quale  impostò immediatamente il recupero della copertura, che si era ammalorata nel corso dei tempi  e necessitava di una radicale sostituzione.

Provvide  già nel novembre del 1987 al rifacimento totale della copertura con la intonacatura di tutte le pareti laterali e della facciata, mentre nel quadro di accordi con il Comune, per una migliore viabilità delle vie centrali, fu sistemato tutto il piazzale antistante la chiesa,  compreso l’accesso alla grotta della Madonna di Lourdes , aggiungendo un comodo accesso pedonale dalla via Varese. Risistemò la copertura della Cappellina  invernale, e mise a norma l’impianto di riscaldamento ad aria della Chiesa.

Affrontò la situazione di degrado della chiesa vecchia e del campanile, edifici che si trovavano in totale stato di abbandono. Ricordiamo che le campane erano state messe a terra, in attesa di decisioni e  tutti i richiami, della vita religiosa erano affidati al mesto gracidare di un disco e diffusi da un altoparlante.

Il Campanile e la chiesa vecchia erano stati sottoposti a vincolo della sopraintendenza ai beni artistici e culturali della Lombardia, in sostanza congelati nel loro degrado.

Don Angelo, che  aveva intuito come questi monumenti fossero tanto antichi da avvicinarci alle radici stesse della nostra cristianità, sognava e desiderava un restauro che li recuperasse all’uso per la comunità, dovette però confrontarsi con una opinione comune di diverso avviso, la quale era supportata anche da autorevoli pareri che si rilevarono poi del tutto infondati.

Portò a compimento il Campanile, con la messa in opera delle campane. Era il giorno della  Madonna del Carmelo 1991 e finalmente le nostre campane tornarono a far udire la loro voce.

Il restauro del campanile,  che fruì parzialmente  di un finanziamento della Provincia Di Varese, ne rilevò, in corso d’opera,  l’antichità  da ascrivere al X-XI sec.

Riportò la sala Auditorium nelle norme di agibilità  all’ uso teatrale, con tutte le migliorie richieste dalle leggi vigenti con  messa a norma dell’impianto di riscaldamento a gasolio, vie di uscita, allestimenti ignifughi ecc. (usufruendo di un parziale finanziamento dell’ente dello spettacolo ).

Ripristinò ai fini funzionali e abitativi, le salette del vecchio oratorio di Via Colombo. 

Per la chiesa vecchia che rimaneva ancora in stato  di abbandono, Don Angelo pensò di far partire un progetto di recupero totale (1100 mio), da presentarsi alla Regione Lombardia, perché rientrasse nelle opere finanziate  tramite Frisl (fondo regionale che istituzionalmente anticipava tutto il costo dell’opera e ne prevedeva il rimborso in 8 anni senza interesse).

Il progetto fu  ammesso al finanziamento e l’opera e stata ultimata nel 1999. Da allora possiamo vantare non più la vecchia e cadente chiesa di San Giorgio, ma la chiesa di san Giorgio restaurata, come don Angelo amava definire.

Rimaneva l’annoso problema di un oratorio che fosse funzionale ed all’altezza dei tempi. Nel 2000, proprio nei giorni dell’annunciarsi della sua malattia, mise in cantiere l’opera dedicandolo alla Beata Vergine del Carmelo. Il nuovo edificio fu reso disponibile  all’uso  nel 2004/2005 (Lit. 1100 mio).

Desiderò che nei luoghi dei nuovi insediamenti abitativo non mancassero simboli religiosi e cappelle votive, nel segno di una continuità con san Carlo Borromeo.

Pensò e fece realizzare la cappellina ubicata presso le case di Via Grandi, sul Viale della Rejna dedicandola alla Sacra Famiglia.   

(fonte immagine: fondazionedonangelocassani.it)

 

 

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