
(testo A. Carabelli)
Non si può argomentare della industrializzazione di Jerago ignorando la Societa Rejna s.p.a.. Di essa rimangono i capannoni industriali, non gli originali, ma quelli ricostruiti più recentemente, perché dopo la chiusura, nel 1996 e nello stesso sito, con lavorazioni diverse, sempre nel settore automotive, si è insediata la Meccanica Finnord s.p.a. . Agli albori del secolo scorso l´industria meccanica necessitava di molle a elica per macchine operatrici e di molle a balestra nelle diverse versioni di: semplici o con foglie di rinforzo, balestre con staffa, balestre con balestrino ed accessori per l’equipaggiamento di varie tipologie di mezzi di trasporto. Ciò avveniva a motivo dello sviluppo della rete ferroviaria italiana e della conseguente richiesta di materiale rotabile: carri-merce e carrozze passeggeri.
La ditta A. Rejna & C nasce come casa commerciale a Milano dalla associazione tra il signor Eugenio Ferrari ed il signor Achille Rejna . Fu registrata il 1° gennaio 1885 con sede in via Amidei n.7, avente per oggetto sociale la vendita di: sottoselle, selle, briglie, staffe per cavalli e carrozze allora denominate “selleria inglese”, nonché di molle, assali e ferramenta per vetture.
In quegli anni una delle più importanti fornitrici dell’impresa commerciale Rejna, fu l’officina meccanica locale di Sessa Giuseppe, che competeva nelle forniture con la casa francese Vermot. La qualità e la costanza della produzione di Sessa, rivelarono ai due commercianti milanesi le potenzialità di queste nostre terre per competenza di tecnici, operai e, cosa da non trascurare, la facilità di trasporti ferroviari. Fu così che la casa milanese Rejna, visto il buon andamento degli affari e l’espansione del mercato, pensò di costruire in proprio realizzando a Jerago uno stabilimento ove produrre: pezzi staccati di ferramenta, assali a olio, a mazzapatent e a grasso, molle in acciaio temperato per carrozze- automobili – furgoni- carri ecc. che fu avviato il 31 marzo del 1900. L’iniziale attività si svolgeva in due capannoni e fonderia, forniti di energia prodotta da motore a vapore. L’impianto nacque con la collaborazione della officina Sessa e del figlio Pasquale che ne divenne dipendente. Si palesò immediatamente alla proprietà milanese il rischio di dipendenza dalla ditta Sessa, cioè da un potenziale concorrente libero di agire sul mercato. Prudentemente la società si rivolse al suo fornitore francese di articoli similari, la Vermot di Chatenois che, dal momento che la vendita dei suoi articoli sul mercato italiano era stata colpita da embargo, non ebbe difficoltà a segnalare come possibile direttore: Leone Michaud, esercitante costui pari funzione in una primaria fabbrica parigina. Fu assunto in Jerago nel 1904 al compimento di un tirocinio di tre mesi presso lo stabilimento transalpino Vermot. Prendeva così iniziò la straordinaria vicenda della Rejna, strettamente legata alla storia industriale del paese, che arrivò ad occupare 400 operai nel 1928, quando il nostro borgo contava 1865 abitanti. Negli anni trenta si raggiunse la massima dimensione occupazionale con 800 dipendenti suddivisi tra: Jerago, la conceria di Galliate (No), l’opificio di bordature di Milano, dove si producevano finimenti e bordature complete, buffetterie di ogni genere e si eseguivano lavori in cuoio. Nel periodo bellico fortunatamente non subì bombardamenti e l’espansione continuò. Dopo il conflitto mondiale la ditta continuò normalmente la sua attività ed il suo sviluppo in un mercato postbellico in notevole espansione. Nel 1963 fu costruito lo stabilimento di Novate Milanese per la lavorazione di articoli in pelle e nel 1965 entrò in attività per le stesse produzioni uno stabilimento a Cagliari.
Il 18 dicembre 1972 la ditta cambiò ragione sociale assumendo il nome di Rejna s.p.a e trasformata in holding finanziaria quotata alla Borsa Valori di Milano che comprendeva le seguenti società:
– Rejna Industriale s.p.a.- sede in Milano e stabilimento a Jerago
–Rejna Novate s.p.a. -sede a Novate Milanese e stabilimento a Novate
-Rejna Sardegna s,p.a -sede a Cagliari
-Rejna Commerciale s.p.a – sede in Milano attiva nella rete distributiva dei ricambi per autoveicoli e mezzi di trasporto in genere.
Lo stabilimento di Jerago si divise in due sezioni A e B creando nella sezione B una divisione speciale dedicata alla vendita di impianti chiavi in mano e macchine per la formazione di molle a balestra, molle ad elica e barre stabilizzatrici di veicoli leggeri e pesanti. Venne poi venduto alla SOGEFI, società finanziaria facente capo a Carlo De Benedetti, che ne riconfermò la produzione originale sino al 1993.La pesante crisi siderurgica acuitasi in quell’anno indusse la CIR, cui faceva capo la SOGEFI, ad avviare la chiusura della Rejna in Jerago, convogliando su altri impianti produttivi esistenti le nostre pregiate lavorazioni. Per la qual cosa si aprì a Melfi, in prossimità dello stablimento FIAT, una nuova fabbrica di molle ad elica per autovetture. Alcune delle lavorazioni della gloriosa Rejna furono dirottate negli stablimenti bresciani della holding: alla Sidergarda (molle del settore ferroviario) ed a San Felice (balestre). Gli operai dell’officina jeraghese vennero messi in mobilità. Il pesante vulnus che colpì l’occupazione del nostro borgo fu attenuato sia dalla possibilità di reimpiego dei dipendenti in altre imprese della zona, sia dalla circostanza che nel 1996 lo stabilimento fu rilevato dai fratelli Piccinali, titolari di una officina meccanica a Cavaria. Costoro vi insedieranno un’impresa con 243 dipendenti denominata Meccanica Finnord s.p.a. per la produzione di particolari metallici di sicurezza per il primo equipaggiamento: impianti frenanti, sterzanti ,sospensione, trasmissione, freno, utilizzati dalle grandi case automobilistiche mondiali, per mezzi civili, industriali e marini.
Nella sezione B si insedierà la ditta Oreca.
La Rejna sarà poi tolta dal listino della borsa di Milano nel 1998.
E’ innegabile che a questa vicenda produttiva si siano intrecciate le storie personali di tantissimi concittadini, molto della vicenda sindacale, politica e civile locale. Da non trascurare l’impronta architettonica lasciata sul paese, dai capannoni industriali, dalla caserma, dalle casermette, dalle ville della proprietà e dei direttori. Il paesaggio offre ancora un maestoso viale alberato che conduce alla portineria con ingresso carraio, detto appunto Viale della Rejna.




Bella istoria
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