San Carlo Borromeo e la processione del Santo Chiodo

Affresco di Emilio Orsenigo per la chiesa di San Giorgio in Jerago:

Visibile sul lato destro osservando l’altare di San Carlo, eseguito  da Emilio Orsenigo, affreschista di Varese.  Realizzazione aprile–maggio 1940.

(testo e ricerca A. Carabelli)

La spaventosa pestilenza che colpì Milano e la diocesi tra il 1576 ed il 1577, vide il suo cardinale Carlo tra le persone più impegnate nella assistenza spirituale e materiale  alle vittime. Attingendo alle risorse personali rese possibile la distribuzione quotidiana di alimenti a circa settantamila persone. Il clero diocesano, che visitava e confortava  costantemente gli ammalati, rappresentava ormai  l’unica autorità di riferimento, poiché il governatore ed i notabili, all’aggravarsi della pandemia, si erano rifugiati in località ritenute più salubri e sicure. Unitamente agli aiuti materiali egli curò assiduamente l’assistenza spirituale dei fedeli, per i quali indisse numerose e solenni processioni cui associò durissime e personali penitenze, con veglie, digiuni e preghiere offerte al Signore per la cessazione di tanto flagello. In particolare la sua grande devozione alla reliquia si appaleso’ quando una folla di milanesi in vesti dimesse e penitenti si strinse  attorno alla Croce col Chiodo ed al cardinale che la reggeva, accompagnandolo devotamente in un lungo percorso per le vie cittadine. A ridosso di quella grande manifestazione di fede si constatò un miracoloso attenuarsi dell’epidemia e successivamente la sua definitiva scomparsa, dichiarata definitivamente estinta il primo dicembre 1577.

Il santo chiodo si trova ubicato sulla volta del presbiterio del Duomo di Milano, al centro di un rosone ove si nota una lampada rossa che illumina il piccolo tabernacolo con la venerata reliquia della Passione di Gesù:  “il Santo chiodo che trafisse la carne di Cristo in Croce”.

Per volontà di San Carlo una volta all’anno viene prelevato dal rosone ed esposto per tre giorni alla devozione nell’interno del Duomo. La Nivola, macchina leonardesca, azionata ora meccanicamente, ma in precedenza da venti robusti uomini,  porta  l’officiante a 45 metri dal suolo,  per il prelievo della reliquia. Quest’anno la solenne esposizione è avvenuta  tra sabato 10 e lunedi 12 settembre.

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