La leva militare  (prima della riforma)

Quante volte noi maschi abbiamo parlato di naja: è con questo nome che ricordiamo il servizio militare. Un periodo ritenuto infruttuoso dai più, che viene narrato da  quanti lo hanno vissuto, con un misto di rimpianto e di orgoglio. Inutile forse, ma ricco di esperienze poiché rappresenta una pietra miliare nella vita. Ti allontana dalle abitudini quotidiane e mette alla prova la tua capacità di staccarti dai familiari. A dire il vero, non vi è come la lontananza per suscitare quel desiderio di casa, che forse ti pareva troppo sciocco esternare, ed è così che un giovane si può  accorgere di quanto pesi la mancanza di affetti stabili. Ricevi la cartolina precetto e ti metti subito in agitazione, anche se saranno i tuoi ad essere più scossi: “Se la sbrigherà da solo, va così lontano?”  Si snoda un rosario di interrogativi per questo o per quello. Ma a dirla giusta sei anche sereno al pensiero dei tanti amici già partiti e o poi tornati  tutti interi e ti sembra anche più sicuri di sé. Non siamo mica in tempo di guerra. Molti hanno  cercato scuse per farsi esonerare, qualcuno ci è anche riuscito, ma vale il detto e ti consola, sa le bon pal re al sarà bon anca par la regina. E non sto a specificare questa risaputa osservazione, di contro sei sicuro che aumenterà la tua stima presso le ragazze e questo non è poco. Giunge il giorno di presentarsi in caserma, ed a chi si offre di accompagnarti in auto, gentilmente osservi che il periodo militare è lungo quindici mesi perché dunque tanta premura.  Può andar bene anche lo snobbato treno, basta solo ricordarsi in caso di ritardo di fare timbrare la cartolina precetto dalla stazione di arrivo e così non incorrerai in sanzioni. Inevitabilmente sei già entrato in una mentalità pubblica, dove ciò che conta è il bollo tondo e la data di vidimazione del documento e la firma, mai scordarsene. Molti parlano male del servizio militare, poi tutti lo ricordano con nostalgia. La vita militare è uno specchio della vita normale. Quel mondo, ha la sua percentuale di brava gente e meno,  non diversamente da come la puoi trovare nel mondo civile.  Nella vita di tutti i giorni  la frenesia ti impedisce di meditare, ma a militare, se hai la fortuna di accettare la condizione sostanziale di non essere libero di fare quello che vuoi, e di  rispettare disciplinatamente l’autorità che viene dal grado, vivrai sereno, forse come mai ti potrà capitare in futuro.  I superiori, per quanto dotati di una facoltà punitiva rapida, non sono poi così diversi da tutti i superiori che potrai incontrare nella vita. E da un punto di osservazione defilato da responsabilità, che non siano quelle di obbedire, ti potrai accorgere che chi comanda deve essere serio ed autorevole  se vorrà raggiungere facilmente  gli obbiettivi fissati, mentre gli autoritari ringalluzziti dal grado, urlavano minacciavano, punivano, ma solo con grande fatica potevano ottenere i loro desiderata e malvolentieri.

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Fonte immagine: bandiere.it

La sera del primo giorno di naia, quando tenti di  prender sonno nella branda e ascolti il primo silenzio, una folla di pensieri ti aggredisce. Per tante volte avevi pensato a questo momento ed ora ci sei proprio dentro, fino al collo. Ma ne uscirai così come è capitato a tutti e come poi, è capitato anche a me dopo quindici mesi.

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