A chi osservasse la nostra situazione attuale, definita post-industriale e su questo temine ci sarebbe alquanto da discutere, potrebbe facilmente sfuggire che nei nostri territori si vivesse, almeno fino al 1880 quasi esclusivamente di agricoltura. Ecco perché si rende necessario richiamare la memoria della fase di transizione, illustrando il punto di arrivo di questa indagine rappresentato dalla statistica riepilogativa dell’industria Gallaratese per i territori di Gallarate e Somma Lombardo per l’anno 1924. Un punto di partenza remoto che può essere collegato alle vicende agricole lombarde nella Lombardia austriaca, passando per il Lombardo-Veneto, attraversando le vicende unitarie.
Dalla sovra accennata statistica apprendiamo che: limitatamente alle zone di Albizzate, Arsago Seprio, Besnate, Cardano al Campo, Casale Litta, Casorate Sempione, Cassano Magnago, Cavaria e Uniti, Ferno, Gallarate, Golasecca, Jerago, Lonate Pozzolo, Mezzana Superiore, Mornago, Oggiona, Samarate, Sesto Calende, Solbiate Arno, Somma Lombardo, Sumirago, Vergiate, Vizzola Ticino, zone la cui popolazione residente di fatto è di 78.712 unità (1921 censimento) con 3844 emigrati temporanei, vi sono:
2.500 operai occupati nel 1870 (in 39 industrie) – 4500 nel 1890 (55) – 6000 nel 1900 (114)- 18.000 nel 1914 (195), per arrivare a 24.000 nel 1924 (473).
Quindi nel 1924 la distribuzione per tipologia di industria delle 473 unità censite sarà di 123/tessili, 111/meccaniche , 88/ricamifici, 53/edili, 98/diversi. Di esse 168 hanno meno di 10 addetti, 12 piu di 300, quindi 3.600 addetti sono concentrati in grosse imprese, 1400 in piccole, 13.000 in medio-piccole.
Per arrivare a comprendere lo stato delle infrastrutture ricordiamo che la ferrovia ebbe questa progressione (elenco delle date di inaugurazione): Rho–Milano 18-10-1858 – Rho Gallarate 20-12-1860- Gallarate-Varese 26-9-1865-Gallarate Sesto Calende 21-7- 1865 – Sesto Calende – Arona 8-9-1868- Gallarate- Laveno 1894- Sesto Calende- Laveno 1882- Como- Varese- Laveno 1885
Quindi una prima osservazione è che le ferrovie che sono complete nel 1868 favoriranno il crescere dell’industria, comunque in modo non così immediato e vistoso in termini di unità produttive e occupazione indotta, perché il notevole impulso verrà solo dall’avvento della produzione e della distribuzione di energia elettrica (e notiamo che ciò avviene a non più di 15 anni dalla nascita della tecnologia specifica che vide in Edison a Milano nel 1884 l’illuminazione a corrente continua, il maestro e propulsore, e in Galileo Ferraris, l’inventore del motore asincrono trifase, che affrancherà dall’uso del motore a vapore, l’unico che nelle nostre zone a carente disponibilità di acque poteva sostenere una produzione industriale.
Ma se in così poco tempo si ottiene tale sviluppo, ciò indica che, a monte, ci sono delle situazioni, geografiche, politiche sociali che hanno creato un humus adatto.