Prossima inaugurazione della Chiesa di San Giorgio (scritto nel 1999)

Si approssima il giorno della inaugurazione della Vecchia Chiesa di San Giorgio , penso con molta attesa degli jeraghesi, che vedono finalmente recuperato un edificio altrimenti pericoloso e fatiscente. Per molti anni avanti il 1987 in molti si erano chiesti perché non la si abbattesse. La concomitanza di eventi fortuiti prima e un rinnovato entusiasmo suscitato da don Angelo poi, hanno permesso di riappropriarci, restaurandolo, di un monumento che racchiude la storia stessa del nostro borgo. Si può far risalire l’origine del nostro essere cristiani alla predicazione dei missionari di S. Ambrogio, che diffondevano il messaggio cristiano presso le ville patronali dei notabili milanesi qui residenti . Anche se non si ha notizia di ville romane nella nostra zona, è altresì vero che materiale di reimpiego dal disfacimento di costruzioni romane è stato ritrovato negli elementi di costruzione della parte romanica della nostra chiesa. La possibilità che un monolite litico in arenaria ,rilevato ed evidenziato, non sia un sasso naturale, ma sia stato lavorato da mano umana per produrre un simbolo apotropaico o scaramantico con chiaro riferimento a culto pagano,  confermerebbe che questo luogo sacro cristiano si è insediato su di un precedente luogo sacro pagano. Cosa peraltro normale da accettarsi, perché il cristianesimo, offre a chi da sempre si interroga sul destino dell’uomo, l’autentico messaggio che solo Cristo, figlio di Dio può dare e i siti di ritualità pagana, divengono naturalmente i siti della vera spiritualità cristiana, quando la fede in Cristo si diffonde. Il messaggio cristiano dell’annuncio della resurrezione di Cristo si propaga nel mondo, muovendo da Gerusalemme, veicolato dalla potenza romana e favorito dall’opera unificatrice dell’impero di Augusto. Il cristiano non può accettare la divinità dell’imperatore romano, principio fondamentale in epoca augustea e funzionale alla unità  dell’impero stesso. Per tale motivo, grandi  imperatori come Diocleziano, saranno noti come persecutori di cristiani ritenuti causa della disgregazione dell’impero. Molti Martiri cristiani, cui verranno dedicate le prime chiese nascenti, si pensi alla dedicazione delle chiese dei paesi limitrofi,  furono non a caso, funzionari o soldati di questo imperatore che accettarono il martirio pur di non riconoscerne la divinità.  Quando poi il messaggio cristiano potrà essere testimoniato pubblicamente con  l’editto di Milano di Costantino, si noterà anche che unitamente al cristianesimo romano si diffonderà assai rapidamente l’arianesimo, eresia estremamente deleteria che negava la natura divina di Cristo e per questo motivo risultava congeniale alla corte imperiale e alla burocrazia. Castelseprio presenta contemporaneamente, in due siti diversi, il Battistero  Cristiano e il Battistero Ariano. L’imperatore  e la burocrazia, avevano accettato il Cristianesimo, ma  avevano sposato l’eresia di Ario più consona ad uno stato che aveva da sempre strumentalizzato qualsiasi fede. Queste nozioni, che mi sono permesso di ricordare, fanno parte di un bagaglio di conoscenza minima, per chi avesse avuto la ventura di studiare scolasticamente le vicende della storia antica. Quindi, o si è appassionati e si continua , altrimenti si abbandona. Quando però queste vicende  si possono leggere in ciò che ci circonda, nei monumenti  che vediamo quotidianamente, allora il discorso diviene più interessante e questo approccio, se fatto con passione, ci apre alla conoscenza ed all’amore per il nostro territorio, riunendoci a quegli avvenimenti più grandi che sono accaduti nei secoli.  Si badi però che questi studi, non si debbono limitare  campanilisticamente al nostro territorio, ma debbono essere integrati con le vicende delle zone limitrofe ed in particolare del Seprio. Quanta distruzione di testimonianze antiche, sarebbe stata evitata da un approccio attuale e vivo alla conoscenza del nostro territorio in senso lato. Infatti  si può distruggere ciò che si ignora, ma continuare ad ignorare ciò che si conosce e si dovrebbe tutelare, questo diventa colpevole. Vi sono due realtà stupende: Arsago Seprio e Castelseprio, ma quanti possono dire di conoscere queste vicende. Se pensiamo che per andare da Novara a Como la strada  antico-romana si snodava per moltissimi altri centri, fra cui il nostro, ci rendiamo conto di quanta storia è passata sulle nostre vie di comunicazione. Si parla di sentieri e di vie Francigene pensando agli Appennini ,alle Alpi ( verso Roma, o Santiago di Compostella) e non ci si accorge che Jerago era un punto di transito, come testimonia il portico della Chiesa di San Giacomo, dove il pellegrino poteva rifugiarsi, e non si nota la più  tarda Edicola della Madonnina, dove uno dei personaggi raffigurati porta la classica conchiglia del Pellegrino.

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Perché si deve continuare ad ignorare  che il nome di Pilatello, dato ad una nostra cascina è antichissimo essendo una volgarizzazione del Tardo latino di “pilastrellum “ ? Il pilastrello nella periodo altomedievale è il residuo del Miliare romano (cippo stradale) e su cui si posava un simulacro della Vergine Maria. Quando scompare il miliare, usato magari per spianare i campi a mo’ di rullo, il ricordo di tale denominazione rimane nel toponimo della cascina che si arricchirà anche, così come è avvenuto di un affresco mariano. Ignorare questo vuol dire accettare la cancellazione della memoria storica. Debbo all’amico Carlo Mastorgio  questa informazione , così come a lui debbo un invito, perché gli studi sulla nostra vicenda possano essere il più possibile seri, ma diffusi in modo semplice, perché tutti si possano appassionare ed imparino ad amare questo nostro ambiente. Carlo Mastorgio, mi ricordava anche, come fosse utile fermarsi a raccogliere con amore le testimonianze del nostro recente passato, per quanto piccolo sia: foto di inizio secolo dove riconoscere e dare un nome ai soggetti in posa, archiviare le foto datandole favorendo le ulteriori ricerche. L’archivio parrocchiale offre ad esempio la possibilità di questi studi ma anche molti archivi personali possono  andare distrutti e dispersi se non si offre un luogo dove versarli. Non è stato affascinante rivedere i nostri nonni in processione il giorno della inaugurazione della nuova chiesa di San Giorgio, rivedendoli nel documentario film che li ritraeva ? Ecco tutto questo noi potremmo studiare e riproporre, ma è necessario che si formi un gruppo di persone appassionate, che sappiano coltivare questa  testimonianza. Non sarà sicuramente un rimpatriata di “Laudatores temporis acti “ (osannatori del tempo che fu), ma di propugnatori di una convinzione  che: un popolo, senza memoria, rimane sempre bambino.

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