Scheda di scavo della chiesa di S. Giorgio di Jerago

Pubblicato su Un Popolo in Cammino – Novembre 2005

Di seguito si pubblica il  fondamentale documento della Sovrintendenza Archeologica della Lombardia, col quale la Dottoressa Maria Adelaide Binaghi, dà notizia ufficiale dei ritrovamento dell’abside della vecchia chiesa di San Giorgio ed offre il supporto scientifico agli studi sulla romanicità della chiesa, precedentemente indicati. Purtroppo anche la Dottoressa Binaghi, cui va il nostro grato ricordo, è prematuramente scomparsa in un incidente di montagna nel mese di agosto dell’anno 2004.

Nel Notiziario della Sovraintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia

(anno 1999-2000) è apparsa la:

pubblicazione della scheda di scavo della chiesa di S.Giorgio di Jerago, redatta dalla Dott.ssa  M. A. Binaghi.

 

Jerago con Orago (Va)

Chiesa di San Giorgio

Indagine archeologica

 

All’interno delle opere di ripristino e restauro finalizzate al recupero funzionale della dimessa chiesa parrocchiale dedicata a S. Giorgio, nel 1977 il controllo delle fasi di asportazione della vecchia pavimentazione interna, ha permesso di individuare le fondazioni murarie ed i relativi tratti pavimentali di un emiciclo absidale, relativo ad un precedente edificio di culto di più modeste dimensioni.

L’emiciclo, (diametro esterno 5,50; interno m.3,40) conteneva centralmente la base di un piccolo altare murario (m.0,77x 0,55) con esiguo vano interno, vuoto al momento del rinvenimento.

E’ possibile che la piccola chiesa sia ascrivibile ad età altomedievale ( sec VII-IX) e che preceda una sua ricostruzione ampliata d’età romanica, attestata oggi dal campanile e da alcuni tratti murari superstiti, inglobati nell’odierno terzo edificio cinque-seicentesco.

Sono stati recuperati numerosi lacerti di intonaco affrescato, stilisticamente assegnabili tra la fine del  XIV secolo, relativi ad una fase recente della chiesa romanica e spianati con le macerie a sottofondo del primo pavimento della terza chiesa di S. Giorgio.

Un secondo intervento archeologico è stato intrapreso nel 2000 all’interno della cappella battesimale, sita a nord della terza campata dell’ala attuale, in concomitanza alle opere di ripristino e rifacimento della pavimentazione.

L’indagine, pur non avendo potuto esaurire il deposito antropizzato giacente in situ, ha permesso tuttavia di documentare l’intera sequenza delle fasi di pavimentazione dell’edificio.

La fase più antica è relativa all’utilizzo dell’area cimiteriale aperta, ubicata nell’adiacenza N della chiesa, probabilmente utilizzata a partire dall’età medievale.

Ad un fase tardo medievale (sec XIV ) è ascrivibile l’impianto della cappella battesimale quadrangolare a nord  della  prima campata della chiesa romanica, con pavimentazione in lastre litiche ed al centro la base interrata del piedistallo della vasca battesimale sopraelevata. Nella prima metà del sec XV si ha la prima decorazione parietale interna (campiture a losanga in tecnica graffita), mentre si struttura un nuovo pavimento in limo e calce, il cui strato organico carbonioso ha restituito frammenti di lampada vitrea pensile.

La nuova decorazione interna, ad affresco, risulta coeva all’esecuzione della terza pavimentazione in malta coperta da sottile cocciopesto (prima metà del XVII) in seguito regolarizzata con successivi apporti finalizzati a mantenere la regolarità del piano, reso irregolare dai progressivi collassamenti causati verosimilmente dai vuoti delle sottostanti sepolture del cimitero medievale.

firmato

Maria Adelaide Binaghii  Leva

 

L’intervento è stato diretto da M. A. Binaghi  e curato da R. Mella Pariani – Società di Archeologia – Milano

 Nota di A Carabelli

 

Quanto sopra dà il suggello scientifico a tutto il lavoro di ricerche che ha permesso di segnalare già molto prima di queste indagini, seppur a livello ipotetico, quanto è poi stato verificato e confermato. Testimonianza  di ciò sono tutti gli articoli pubblicati prima della conferma di questa scheda. Lo scopo di quelle pubblicazioni  era quello di spiegare il motivo per il quale la parrocchia si stava impegnando in quel ripristino, aprendo una finestra sul periodo altomedievale, vissuto della nostra comunità parrocchiale.

La salvaguardia del campanile e della chiesa antica di San Giorgio rappresenta il più grande recupero della testimonianza della antica fede cristiana delle nostre genti e  sono  lieto per questa importante conferma della  lungimiranza di Don Angelo Cassani  che  di quegli interventi é stato fautore.

Un commosso ricordo va a Carlo Mastorgio , jeraghese studioso insigne della storia del Seprio, che, con la sua autorevolezza di esperto, per primo, durante le sue visite al cantiere per il restauro del campanile confermò, con meraviglia sua, le ipotesi di romanicità della struttura, riassumendole in un bellissimo articolo pubblicato sull’opuscolo di corredo alla inaugurazione.

(Non sfugga che l’opinione corrente al tempo era che il campanile fosse stato completamente ricostruito nel 1820 E. Cazzani).

Altrettanto commosso ricordo va alla dottoressa Maria Adelaide Binaghi, Sovraintendente archeologica della Lombardia, prematuramente scomparsa nell’agosto del 2004, che ha seguito sempre con vivo interesse e rigore scientifico gli studi archeologici sulla nostra chiesa, partecipando con grande disponibilità personale alla conferenza di inaugurazione dei lavori di restauro della chiesa di S. Giorgio.

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