
Premessa
I firunat erano gli ambulanti che, di paese in paese, rivendevano collane di castagne infilate su spaghi, ottime e dal costo proibitivo. Ancora oggi il prezzo di quelle ghirlande in mostra sulle bancarelle delle fiere dei Morti fa rabbrividire. Perciò in passato non si comperavano, ma si tentava la sorte pescando i numeri della tombola, da un sacchetto che il firunat portava sempre con sé. Frequentava i luoghi pubblici e andava là, dove era certo di trovare tanti bambini golosi o i loro nonni. Nelle domeniche autunnali mi capitò di vederlo all’Auditorium. Con 50 lire, che rappresentavano la mancia della domenica, si acquisiva il diritto di estrarre tre numeri dai 90 del suo sacchetto . Se la loro somma avesse superato 90 si perdeva se inferiore si vinceva la fila. E così, complice la fortuna qualche volta ci si prendeva la soddisfazione di assaggiarle rimanendone conquistati dalla bontà, ma era raro. Quel furbacchione i numeri bassi chissà dove li nascondeva!.
Qualcuno però tentò anche di produrre in casa quelle leccornie, con un sistema che permetteva anche di conservare le castagne per lungo tempo.
Ingredienti: castagne di bosco nella quantità disponibile, si scelgono solo le più belle.
Si cuociono al dente in poca acqua salata dove siano state messe alcune foglie di alloro. Si fanno raffreddare dopo averle scolate e si asciugano in forno. Con l’uso di un ago da tappezziere, si infilano su uno spago sottile a modo di corona e si appendono un locale asciutto ed aerato.