Il giorno 29 maggio 1945 arriva in Jerago parrocchia di San Giorgio, quale vicario spirituale, proveniente dal Collegio Nicolò Tommaseo di Vimercate, dove era direttore spirituale.
Era nato a Mezzago nel 1899 e consacrato sacerdote nel 1930 dal Card. Schuster, dopo aver prestato servizio militare. Ordinato sacerdote fu coadiutore di Inzago, nel 1933, assegnato alla parrocchia di S. Maria Nuova in Abbiategrasso e nel 1935 coadiutore a san Gioachimo in Milano. Sfollato a Vimercate per i bombardamenti di Milano, fu nominato direttore spirituale del Collegio Arcivescovile Niccolò Tommaseo. Il 5 agosto 1945, prese possesso canonico della Parrocchia presente il Prevosto di Gallarate Antonio Simbardi.
Il 30 sett. e il 1° ott. furono dedicati ai festeggiamenti molto belli e all’insaputa del festeggiato che aveva espresso il desiderio “che non si facessero spese“.
Mons. Cazzani nel libro Jerago traccia questo ritratto: ”La permanenza di don Carlo Crespi a Jerago non fu lunga. Assiduo al Confessionale, attento alle funzioni liturgiche, che celebrava con fervore e con dignità, si dimostrò particolarmente premuroso verso gli ammalati. Accanto al letto degli infermi dimenticava sè stesso, i suoi fastidi, la stanchezza: quasi ringiovaniva. Sorridente si accostava a loro comunicando serenità. Ogni ammalato aveva la certezza che don Carlo era venuto per lui e per lui solo.”
Durante la sua permanenza don Carlo Crespi accolse a Jerago il Card. Schuster in Visita Pastorale.
Nel 1952 don Carlo rinunciò alla Parrocchia e fu nominato cappellano dell’istituto per lo studio e la cura dei Tumori a Milano, dove per un ventennio profuse le sue energie nell’assistenza spirituale dei malati.
L’ultimo incarico e residenza fu al Cottolengo di Cerro Maggiore come cappellano e ospite, dove si spense il 25 luglio del 1975. La sua salma è sepolta a Mezzago.
Il presente testo, estratto dall’archivio parrocchiale di Jerago, è stato redatto da Anselmo Carabelli, che vuole aggiungere un ricordo personale: “Ero piccolo quando Don Carlo fu parroco di Jerago, lo conobbi all’ospedale dei Tumori. Non dimenticherò mai una festa del Corpus Domini all’Ospedale dei Tumori di Milano, quando Don Carlo portando il Santissimo in processione tra le camere e i malati dell’ospedale, lo avvicinò al letto della mia Mamma, lì ricoverata, arrecandole immenso conforto”.