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Merlüz in pastela 

fonte immagine: ricette.donnamoderna.com

(Ricetta sig.ra Giulia Bollini Carabelli)

Ingredienti:

 – per la pastella: 1 uovo, 1 dl. di latte, 5 cucchiai di farina, sale.

 – per il merluzzo: 800 gr. di merluzzo già lavato

Per la pastella : in un recipiente di vetro si sbattono insieme il latte, la farina, l’uovo, il sale e si amalgamano bene fino ad ottenere un composto di consistenza sufficiente per aderire ai pezzi di merluzzo precedentemente preparati e asciugati.

Si immergono i pezzi di merluzzo nel recipiente con la pastella rigirandoveli e lasciandoveli per 10/15 min.

A parte si fa friggere olio abbondante in padella larga e bassa, quando bolle immergervi i pezzi di merluzzo ricoperti di pastella e farli cuocere per 5 minuti da un lato e per 5 minuti dall’altro, comunque fino a doratura. E’ bene assicurarsi che le carni siano ben cotte. Si posano su una carta assorbente e si servono ben caldi. Si accompagna con patatine fritte a fiammifero o con insalata verde.

Lo si serve il Venerdì della settimana di Carnevale.

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Putisc

fonte immagine: cannamela.it

Premessa e ricetta

La putiscia sta alle tortelle come i brüsej stanno ai dolci. Fu l’antica tortella di quando si era poveri e si disponeva di pochi ingredienti, ad esempio non vi era il lievito per dolci. E’ semplice perché basta mettere due uova intere in una scodella aggiungere due cucchiai di farina, due cucchiai di zucchero o anche meno, amalgamare. Poi si versano un paio di cucchiai del composto nell’olio bollente di un pentolino, che spesso per risparmiare era l’ultimo olio che rimaneva quando si fa un fritto. La peculiarità della putiscia era quella di essere piatta e ben cotta. Ottenuta dopo che la si fosse girata sui due lati, messa a sgocciolare su di un canovaccio e servita zuccherata. Deve ricordare una piccola bistecca.

Ciaciar – Chiacchiere

Ingredienti 400 gr di farina, 60 di zucchero, 2 uova,  50 gr di burro, 1 bicchierino di vino bianco, 1 bicchierino di grappa, zucchero a velo,   sale.  Si cuociono in olio di semi.

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fonte immagine: blog.giallozafferano.it

Fare una fontanella di farina sul tavolo mescolare con zucchero e sale q.b., al centro si mette il burro sciolto, spaccare le uova, bagnare con vino bianco e grappa, lavorare in modo che la pasta diventi elastica, se dura aggiungere acqua, se molle farina.  Quando la pasta è fatta si lascia riposare 10 minuti e la si stende con il mattarello sul piano del tavolo, dove prima si e sparso della farina. Si tira la pasta a uno spessore di 3 millimetri . Con la rotella si tagliano delle strisce di 3 cm x 10 e al centro si fa un taglio nel quale si inserirà un lembo a mo’ di cravatta. Per l’olio si fa come sopra.  Si mettono le chiacchiere nell’olio pronto e le si girano sui due lati per colorirle. Si tolgono si posano sul canovaccio ad asciugare e si infarinano di zucchero a velo.

Rifacendole altre volte si impareranno tutte le malizie e si potranno fare anche delle personalizzazioni.

Auguri e buon lavoro

TURTEI

Grazie all’aiuto della Signora Maria Rosa Bergo Alberio ecco la classica ricetta dei TURTEI:

Dosi: 3 etti di farina bianca, 3 uova intere, 3 cucchiai di zucchero, latte quanto basta,  1 Vanillina,  ½ bustina di lievito per dolci, sale, scorza di limone grattugiata.

In una terrina mescolare le uova con lo zucchero, aggiungere la farina e il latte quanto basta per amalgamare bene lasciando la pastella morbida, unire la vanillina, la scorza grattugiata di limone, il lievito e un pizzico di sale; mescolare e amalgamare con un cucchiaio di legno. A parte scaldare l’olio in una  pentola di bordo medio (l’olio sarà pronto quando un crostino di pane gettato in esso diverrà biondo), quindi mettere la pastella a cucchiaiate formando delle palline; si tolgono dalla padella quando sono brune, si mettono su una carta assorbente a scolare  e poi si cospargono di zucchero a velo.

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fonte immagine: truciolidistoria.it

Il carnevale e le tradizioni della nostra cucina

La settimana grassa, così veniva chiamata la settimana di carnevale, precede la Quaresima, cioe’ il periodo di penitenza in preparazione al grande giorno della Resurrezione di Cristo. Poiche’ in periodi di stretta osservanza si era giunti alla astinenza totale sia dalle carni che dalle Uova,  era quasi doveroso che in questa settimana ci si sfogasse anche in cucina con la preparazione di piatti molto succulenti. Sicuramente ipercalorici dovevano essere i Salamitt cott, ul Suprafin cui lenticc, a pulenta e bruscitt, la Buseca, la Cazeula, i gnocc  da patati cundì cul grass da rost  e per il venerdi A Pirturina da Merluzz.

Tutti cibi robusti, piatti unici che se ingollati in una settimana meglio avrebbero consentito la penitenza successiva.  Una particolare attenzione meritano le uova. Abbiamo notato che nel periodo medioevale anche le uova erano considerate di grasso,  perchè prodotte da animali. Di conseguenza bisognava usarle tutte per il carnevale. Le altre poi, quelle deposte dopo potevano essere usate solo a San Giuseppe o a Pasqua.  Gli anziani ricorderanno che il giorno di Venerdì Santo si usava deporre ai piedi del Crocifisso in una apposita cesta proprio alcune uova, delle quali la casa di un contadino medioevale, dato il divieto di usarle doveva abbondare in quaresima. Infatti se ben si riflette perchè ancora oggi a Pasqua si  regalerebbero uova di cioccolata? Il senso pratico delle nostre massaie si era dunque sbizzarrito nel trovare mille modi per utilizzare le uova.

E saranno i Famosi TURTEI e i Ciaciar, che da noi a Jerago si chiamano anche i Ciaciar di Monig a rallegrare queste feste. Oggi si va in pasticceria, e più comodo e soprattutto si evita di impregnare la casa di quel fastidioso e greve odore di olio fritto. Qualche anno fa invece, era proprio quell’odore, che diffondendosi nelle vie ricordava la festa anche ai più distratti. Perche Ciacar di Monig. letteralmente chiacchiere delle Monache, niente di irriverente verso le nostre brave Suore, ma solo il ricordo della loro ineguagliata maestria nel confezionare quei dolci, offerti poi alle ragazze dell’Oratorio la sera del Giovedì Grasso. E’ interessante osservare come ogni famiglia conservasse una propria ricetta per fare i TURTEI, e le donne si facessero un punto di orgoglio nell’offrirne ai vicini. Passato carnevale e San Giuseppe le uova ricompariranno sulla tavola il giorno dell’Angelo con  SALATIN E CIAPP. Ciapp sono le uova indurite dentro un Baslott di Valeriana condita con olio e aceto fatto in casa.

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fonte immagine moulinex.it

Vita paesana – anni ’80

Alcune foto di Jerago negli anni ’80:

  • La zona del parco Onetto come era in origine lasciava spazio anche ai greggi di pecore
  • Il Carnevale negli anni ’80 e la sfida tra cantoni: Canton dei Cantoni, Canton Rja, Canton da Sura, Canton dei Tigli – foto dell’edizione 1988
  • Il 125° del Corpo musicale Santa Cecilia (Banda di Jerago) nel luglio del 1988