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Ul fuiet dul Curäd- Il foglietto del sig. Parroco

(scritto da Anselmo Carabelli )

Chiamavamo con questo nome confidenziale, il foglio parrocchiale che Don Luigi Mauri diffondeva settimanalmente, nelle famiglie con il titolo di  “La Voce del Parroco“. Constava di un unico foglio tipografato su due facciate, per i tipi Lazzati di Gallarate. Chi è attento potrà notare che l’odierno foglio parrocchiale, altro non è che la continuazione di tale iniziativa principiata nel lontano 1955 con l’autorizzazione del Tribunale di Busto A. n. 38 del 23-11-55. In quei tempi si chiamava diffusione della Buona stampa e vedeva impegnati molti ragazzi.

Mi piace ricordare come la Signora Anna Caruggi preparasse sotto casa parrocchiale tutti i pacchi dei giornali per facilitarne la distribuzione. Anche allora ogni zona veniva divisa e vedo ancora sopra ogni pacco la cassettina di legno, di quelle che si producevano nella ditta Biganzoli, con il taglio per l’offerta. E assieme al pacco di foglietti vi era il plico dei giornali. Il quotidiano cattolico si chiamava  in quei tempi L’ITALIA,  recapitato agli abbonati normalmente per posta, la domenica era direttamente diffuso dalle Parrocchie, ai lettori domenicali esso veniva consegnato per il controvalore di 25 lire. Si continuava, così, la  distribuzione di quella stampa parrocchiale che a cavallo del secolo era iniziata con la vendita de “Il Resegone”  e quelli  furono tempi pionieristici, che videro veramente un grande impegno nella formazione di matrice cattolica, quando il Parroco don Nebuloni, che per la sua statura minuta fu ricordato come “Curadin” (piccolo Parroco) si era fortemente impegnato e preoccupato di far giungere una visione cristiana che potesse confrontarsi con la  penetrazione della stampa di matrice socialista, nonché della propaganda liberale e massonica, che sicuramente seminava odio verso il clero.  Forse questo periodo meriterebbe un più attento esame, anche ai fini di una migliore conoscenza di un’epoca assai interessante sotto il profilo della storia locale.

Naturalmente si ingaggiava una competizione fra coloro che distribuivano quei foglietti nelle varie vie.  A me era toccata la via Garibaldi fino a via Vittoria, via San Rocco. Ricordo che appena dopo messa delle dieci facevo il giro; erano circa 60 famiglie. E con soddisfazione quando rientravo riconsegnando la cassettina constatavo che il mio giro era stato il più generoso nelle offerte. Noi diffusori di questa buona stampa lo facevamo per l’orgoglio di partecipare alla attività parrocchiale contribuendo anche alla raccolta di fondi.

A Natale poi, in premio per il nostro impegno, non mancava mai un panettoncino, di quelli prodotti dal panificio di Francesco Alzati, dolce avvolto in una stupenda carta azzurra oleata stampata col logo dei Sette campanili, quel disegno che il nostro pittore Riganti aveva realizzato per la famosa corsa campestre cavariese.

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