
Due Comunità vivono ed operano sul territorio, amministrativamente unite dal 1907 nel Comune di Jerago con Orago e formanti le due Parrocchie di San Giorgio in Jerago e di San Giovanni Battista ad Orago.
La storia, nel suo più vasto divenire, ha lasciato tracce sicure fin dall’epoca romana con ritrovamenti di materiali fittili e balsamari in vetro, esposti presso il Museo della Società di Studi Patri di Gallarate. Notevole anche un Glans in piombo che unitamente alla citazione nel Corpus Inscriptionum Latinarum di una iscrizione a Giove testimonia la frequentazione antica per motivi civili, militari e religiosi. Nel territorio la via NOVARIA (Comum Sibrium Novaria) incrociava la via Helvetica (Gallarate Svizzera) probabilmente in località Pilatello (toponimo, questo, legato al cippo miliare romano). La presenza nella cascina di un interessante affresco mariano rafforza tale ipotesi. Le due alture sulle quali si ergono i Castelli di Jerago e di Orago, già viscontei, oggi dimore signorili ristrutturate tra il 1400 ed il 1600, furono in origine elementi del limes del Seprio, ed in epoca medioevale divennero zone di incastellamento.
La vicenda dei Visconti di Jerago vede gli jeraghesi Andrea Visconti maestro generale dell’ordine degli umiliati; Pietro Visconti podestà di Bergamo dal 1357 al 1359 e di Cremona dal 1372 al 1399; Giampietro Visconti, abate di S. Abbondio a Como nel 1460; Antonia Visconti, moglie in prime nozze di Francesco Barbavara (primo cameraio di Giangaleazzo Visconti) e, in seconde nozze nel 1517, del Carmagnola (uomo d’arme di Giangaleazzo e poi della Serenissima).
La chiesa di San Giovanni ad Orago reca testimonianze “in cornu evangeli” di un arco di fattura trecentesca, che richiama il Chiostrino di San Franceso in Gallarate (che aveva benefici in Orago ed era in prossimità della porta Helvetica). Il nome di Orago appare su una mappa della Sala delle Carte Geografiche in Vaticano.
Più visibili le tracce del periodo medioevale nella parte romanica del Campanile della restaurata Chiesa di san Giorgio in Jerago (X sec) e nella Chiesa di San Giacomo (XI sec).
Le due frazioni, nel corso dei secoli si sono integrate molto più di quanto il campanilismo abbia potuto di fatto dividere. Le località del Giambello e del Mulinello di Orago, avvalendosi del pressocchè costante fluire dell’Arno nel canale che prende il nome di Arnetta, si sono specializzate nell’attività molitoria fin dal 1500, mentre a Jerago, nella parte alta del paese si sviluppava la coltivazione dei cereali meno nobili. In Località Vignolo e Bacino si possono ritrovare ancora ampie terrazzature attribuibili alla influenza dei Monaci benedettini di Sesto C, mentre in località Moscone si possono ancora riconoscere delle peschiere, che come ricorda Bonvesin Da la Riva, permettevano di portare quotidianamente pesci freschi dalla valle dell’Arno fino a Milano.
A Jerago sono da ascivere attività di officine di mattoni e laterizi fin dall’epoca romana. Dal caratteristico colore rosso chiaro: formelle visibili al museo di Studi Patri, embrici e sospensure inseriti a decoro nel Campanile Romanico di San Giorgio.
Così fu che le prime attività industriali in senso assoluto (1835) furono le fornaci per mattoni da attribuire alla libera iniziativa di G. Bianchi. Le stesse attività laterizie erano già presenti artigianalmente fin dal 1727, poiché buona parte del territorio collinare risultava adibita alla coltivazione di cave di argilla per la costruzione di mattoni, previa ibernazione (così come è rilevabile da catasto Teresiano).
Nel 1900 nascono con l’avvento dell’energia elettrica le prime officine meccaniche (Sessa-Rejna), cui seguiranno industrie tessili e di mobili e articoli casalinghi in legno, e bilancie e ultime le fonderie di leghe leggere (Liasa). Attività favorite dall’avvento della moderna civiltà dei trasporti su ferro e su gomma.
Ad Orago, sede di stazione ferroviaria e di casello autostradale si è evidenziata negli ultimi decenni una forte vocazione industriale, mentre in Jerago è prevalsa quella residenziale.
All’archeologia industriale consegniamo : gli Uffici della ditta Rejna; le Casermette (mieten Kasermen); la Caserma; le ville del direttore e degli impiegati Rejna; la struttura verticale dell’officina di bilance di Ambrogio Macchi; il complesso della ditta Liasa (officina – uffici – residenza del direttore); i capannoni a shed della tessitura A. Carabelli; il complesso della Società Cooperativa di consumo; i capannoni della ditta Sessa, oggi Biganzoli.
Feste Patronali
JERAGO MADONNA DEL CARMINE 14 luglio
Orago San Giovanni 26 giugno
Monumenti
Castello di Jerago 1400
Chiesa di San Giacomo XI sec
Campanile Romanico di San Giorgio Vecchia X sec
Chiesa di San Giorgio Vecchia in restauro conservativo sec. XV con partic X
Sopralzo del campanile Romanico Barocco XVII sec
Chiesa di San Rocco Jerago 1600
Edicola della Deposizione Affresco pittura lombarda
del XVII sec ottima fattura influenze bustocche
Jerago via Garibaldi
Cappella funebre Bianchi (Tantardini dal neoclassico alla scapigliatura)
Jerago Via Rimembranze
Caserma e Casemette Edilizia industriale fine 1800
Jerago via Dante
Edicola della Madonnina affresco popolare 1600
Jerago via G.Bianchi
Castello di Orago 1500
Scalonata Barocca di accesso al Castello di Orago 1700
Chiesa di S. Giovvani Battista XVii sec. aggiunta contemporanea
interno con archetto XIV sec
Statua di San Giuseppe Orago località Giambello sec XVIII
Colonna Monolitica Tardo Antica sec IV inserita nella
cascina Marazzi Orago via Kennedi 8
AMBIENTI NATURALISTICI
Bosco Inglese Parco 1700 Jerago località Castello
Mont Mouscon
Querceto inserito nel percorso vita località Mont Mouscon