(ricerche e segnalazioni Enrico Riganti – Testi di Anselmo Carabelli ed Enrico Riganti)
Con queste pagine desideriamo affidare ad uno scritto le memorie di antiche tradizioni locali sempre imperniate attorno alle ricorrenze religiose. Sono interessanti anche le evidenziazioni delle feste patronali dei paesi circonvicini: infatti esse rappresentavano l’opportunità per incontri fra persone diverse, altrimenti impossibili e per molti anni anche l’occasione di trovare l’anima gemella.
1° Gennaio – Circoncisione di N.S.Gesu’
E’ festa ad Albusciago (Gesu’ Bamben d’Albusciäg) Grande era la partecipazione di Jeraghesi a quella festa. Essi andavano al seguito della Banda che vi era sempre invitata. Ad Albusciago si comperavano agrumi e dolci da regalare ai bimbi per l’Epifania ( Par fa i Rémäg).
6 Gennaio- Epifania di N.S.Gesu’ -Pasquéta
In chiesa si dà solenne notizia della data della prossima Santa Pasqua. A Orago si celebravano le S. Quarantore a riparazione del sacrilegio consumato la notte sul 7 gennaio 1897 nella parrocchiale di S. Giovanni.
I Re Magi portano i doni ai bambini.
PROVERBIO : Pasquéta un’uréta Per l’Epifania il di’ si e’ allungato di un’ora (per di’ si intende la parte del giorno illuminata dal sole).
17 Gennaio- S. Antonio Abate.
Si esponeva il quadro del Santo sull’altare maggiore e la reliquia. S. Messa in canto, alla sera S. Benedizione. Alla domenica successiva si benedicevano gli animali. Nelle case si mangiava la Pulenta Cumedä fatta per tempo e rappresa, tagliata poi a fette e deposta in una casseruola in strati intercalati con formaggio e altri condimenti tipo lasagne. Doveva essere cotta rigorosamente sulla stufa, non nel forno. Era infatti comune convinzione che per il giorno di Sant’Antonio non si dovesse usare il forno. Si sosteneva che chi lo aveva fatto, con grandissimo spavento, avesse visto una fiamma uscire dal forno della stufa, fare il giro del fienile e tornare nel forno. Similmente nelle officine non si accendeva la luce e si rientrava dal lavoro, anticipatamente, prima che facesse buio.
PROVERBIO: Sant’ Antoni da la bärba bianca fam trua’ quel ca ma manca – lo recitano le persone sbadate.
20 gennaio San Sebastiano
Non aveva una particolare ricorrenza ma é noto perché : A San Sebastian i tusan a gan ul mus long cume quel d’un can. Con particolare riferimento al broncio delle ragazze in età da marito che ancora non avevano il moroso. Si diceva infatti che le ragazze, che per San Sebastiano avevano il fidanzato, si sarebbero sposate nell’anno, le altre no. Nei luoghi di lavoro queste ultime erano oggetto degli scherzi dei colleghi e delle colleghe anziane.
21 gennaio Santa Agnese
La festa veniva celebrata alla domenica con la Comunione generale della gioventù femminile. Esposizione della statua e della reliquia sotto il pulpito. La S. Messa accompagnata dai canti delle ragazze dell’oratorio femminile.
Pomeriggio recita all’oratorio femminile.
PROVERBIO: A Sant’Agnésa a cur la luserta su la scesa – Si vedono le prime lucertole ai primi timidi raggi di sole.
31 gennaio San Giovanni Bosco
Festa delle Suore con S.Messa all’Asilo. Grande festa fra i cooperatori.
2 febbraio CANDELORA: Scirieula Ceriola,
Anticamente fu festa di precetto non lavorativa, Festa di Valdarno. In Chiesa, veniva posto vicino al presbiterio un tavolino con pacchi di candele nuove delle varie misure che dovevano servire ad illuminare la Chiesa nel corso dell’anno. Ai lati della navata due ceste contenevano le candele delle confraternite che, benedette dal Parroco prima della S. Messa, venivano poi accese dai Confratelli al Vangelo. Il Parroco al termine della S. Messa, consegnava ai Priori una candela fiorata. Con don Luigi Mauri si introdusse la piccola processione con candele accese, che poi venivano distribuite alle famiglie.
PROVERBIO: A Scirieula… Seren serenell de l’invernu sem dentar al pu bell nevur nevureu del invern sem feu.
3 Febbraio San Biagio- San Biäs al benediss la gura e ul nos.
Santa messa distinta con benedizione del pane. I contadini portavano anche il sale che poi avrebbero dato alle bestie. Dopo la santa Messa bacio delle candele, benedette il giorno prima e legate con nastro rosso nel ricordo del martirio del Santo. Se ci e’ permessa una osservazione, alla benedizione dell’umile e indispensabile pane oggi si e’ sostituita quella del panettone.
In questi giorni infatti le multinazionali dei dolciumi, per disfarsi delle altrimenti invendibili scorte, praticano il 4×2, ma non è più la stessa cosa.
5 Febbraio S.Agata Festa di Santa Agata a Monte festa delle donne.
A questo punto sia consentito a chi scrive, i cui cognomi CARABELLI e RIGANTI chiaramente indicano la terre di origine, ricordare la grande festa della nostra piccola comunità di solbiatesi trapiantati in Jerago in onore della grande Patrona di Monte. Par ancora di rivedere l’Ambrusina dul Fra Riganti vedova di guerra 15/18 Jelmini, che per moltissimi anni passò di casa in casa a raccogliere l’offerta che poi avrebbe versato alla parrocchia dicendo “Ghe’ rivo’ la Santa Ägata“. Ed era sempre ben accolta l’Ambrosina, perche’ con la intercessione di Sant’Agata, le famiglie erano solite chiedere la grazia di un buon parto per le gestanti, e tanto latte per le puerpere. In Chiesa il Parroco faceva esporre il quadro della santa e la reliquia, l’offerta di quel giorno serviva per le candele votive alla Santa. Molte donne in dolce attesa, per implorare la grazia si recavano alla chiesa di Monte e il tempo spesso inclemente costringeva anche alla sosta nella vicina accogliente osteria per gustare la Buseca o la cazeula Per molti, questo pellegrinaggio, di una giovane prossima mamma, a piedi nel freddo, accompagnata dal marito amorevole, non doveva apparire poi cosi’ dissimile dal viaggio di Maria e Giuseppe a Betlemme.